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March « 2008 « La Fabbrica dei Sogni
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Archive for March, 2008

fa bene alla salute!

Monday, March 31st, 2008 by

Non sono un grande fan nè di Manfredi nè di questo film in particolare, ma dato l’alto contenuto sociale mi sembra giusto riproporre questo spezzone:

… sa mai che, in campagna elettorale, qualcuno abbia bisogno di idee… 😉

… just as you always said it would be…

Tuesday, March 25th, 2008 by
Monolito

Con agghiacciante tempismo, tre giorni dopo che ho iniziato a leggere “2001: Odissea nello Spazio”, A.C. ha tirato le ali. Facendo i debiti scongiuri per gli autori degli altri libri che ho in coda, ne parliamo qui, e non solo perchè è stato il co-autore di una delle più grandiose opere cinematografiche di tutti i tempi (di cui abbiamo già detto).
Nella prefazione del libro, Clarke racconta che al termine della missione Apollo 13, il capo della NASA, Tom Paine, gli spedì una copia del rapporto della missione su cui aveva annotato: “proprio come tu avevi sempre detto che sarebbe successo, Arthur”. Questo anedotto sintetizza la vita di Clarke: riuscì a ispirare molta gente a fare l’impossibile e predisse il futuro con accuratezza sconcertante. Di profeti il mondo ne ha visti molti, ma ben pochi ne hanno azzeccate così tante.
Clarke era l’ultimo sopravvissuto della Trinità della Fantascienza (il primo ad andarsene è stato Heinlein nel 1988, seguito da Asimov nel 1992). Credeva, come Asimov, che la Fantascienza avesse un ruolo sociale molto importante: One of the biggest roles of science fiction is to prepare people to accept the future without pain and to encourage a flexibility of mind. Politicians should read science fiction, not westerns and detective stories. E aveva (ancora) ragione. Come già abbiamo notato la maggior parte dei dibattiti sui pericoli delle tecnologie più recenti (bio-, nano-, cyber-, etc…) e delle questione ecologiche sono non solo banali e superficiali, ma anche irrimediabilmente superati da decenni di speculazione fantascientifica.
In un certo senso Sir Arthur è stato l’ultimo di un’epoca. Dopo la scomparsa di Isaac, era praticamente rimasto l’unico a credere nella Scienza come unico mezzo per migliorare la condizione umana (e forse, eventualmente, superarla). Un incrollabile ottimismo, in parte giustificato e largamente stemperato da buone dosi di cinismo e humour britannico, che la cultura moderna sembra aver mai perso o abbandonato di fronte agli effetti collaterali, ai rischi e ai danni del progresso. Anche lui si rendeva conto che l’illusione illuminista sulle “magnifiche sorti progressive” dell’umanità è entrata ormai in crisi da parecchio per conto suo, lasciando spazio al ritorno prepotente sulla scena delle grandi religioni organizzate e al dilagare incontrollato di superstizione e irrazionalità, ma si rifiutava orogogliosamente di rinunciare a guardare le stelle e a sognare. E questa è forse la cosa più importante che si è lasciato dietro.
Grazie, Arthur.

I’m sure the extraterrestrials are all over the place. I am surprised and disappointed they haven’t come here already – assuming they haven’t. Maybe they are waiting for the right moment to come. And I hope they are not hungry!

Parlami d’amore

Monday, March 3rd, 2008 by

Ci risiamo: per accontentare un’amica molto bionda e per niente amante del cinema sono stata trascinata a vedere questa cosa, a buttare via i miei dieci euro, immolati alla famiglia cinematografica italiana che meno mi interessa, i Muccino.
L’ho presa come una lezione di vita, ho definitivamente messo una pietra su un certo filone cinematografico.
Sono imbarazzata, non so nemmeno cosa scrivere, perdonatemi.
L’idea di base non è male: una seria quarantenne insegna la sottile arte della seduzione ad uno spiantato venticinquenne per aiutarlo nella dura conquista di una ragazzina oltremodo viziata e instabile. Forse non sarà originale come storia, no di certo, però la questione è sempre interessante.
Peccato che le capacità recitative dei soggetti siano limitate oltre ogni possibile previsione, Muccino Jr poi è in grado di fare solo se stesso: leggermente spaesato, incapace di trattenere le arrabbiature per più di trenta secondi, con l’aria un po’ da unto. Capitemi, già non è il mio tipo, se poi fa sempre le stesse parti, scrivendosi il soggetto e curandosi la regia… è troppo perfino per me.
I dialoghi sono terribili, di palesi frasi ad effetto, continue e scontate. Al decimo minuto si capisce perfettamente come finirà tutta la faccenda, il che non sarebbe male se il modo in cui si arriva alla fine fosse ben strutturato, vivo e appassionante. Invece no, devo dirlo.
Per non parlare della palese copiatura da EyesWideShut della festa in maschera, copiatura terribile non essendoci Kubrick in regia.

Nota positiva: la casa della quarantenne è davvero molto bella, stipata di scaffali di libri, mobili, cose antiche e ancora libri; la voglio anche io. Dovevo trovare qualcosa di bello, vi pare?

i colonnelli di Monicelli

Saturday, March 1st, 2008 by

Ok, cerchiamo di ridare pò di vita a questo blog, che se no Gin ci sgrida 🙂
Visto che quest’anno le produzioni sono state piuttosto avare, vediamo qualcosa dal passato. Per esempio scavando nel Tubo ecco una – ingiustamente – misconosciuta gemma (rara nel panorama di solito desolante del cinema italiano) di Monicelli, con un meraviglioso Tognazzi.