Ovvero, due ore di spettacolari battaglie spaziali e di figaggine piratesca come solo il Capitano.
Devo dire che questo restyling a oltre trent’anni dalla nascita è davvero ben fatto: il teschio di prua dell’Arcadia che sbuca dalla nube nera di “dark matter” fa la sua bella scena..
Per non parlare della figura di Capitan Harlock: la divisa tutta nera, in pelle e zip, la storica benda sull’occhio, la cicatrice, il volto perennemente in penombra, mai un sorriso, poche parole ed un carisma intramontabile.
La trama potrebbe a tratti scoraggiare il pubblico meno avvezzo alla cinematografia d’animazione nipponica, con alcuni passaggi criptici, ed altri esasperati (le colpe, le espiazioni e le redenzioni si fanno in grande stile), ma la storia di base scorre via lineare. I personaggi, da questo, risultano magari privi di un vero spessore, con cambiamenti di pensiero drastici, che sono più delle “epifanie” (visto che oggi è il 6 gennaio) che non frutto di una lenta maturazione.
Una nota di riguardo è per la qualità dell’animazione, su due fronti: da un lato, il mecha design d’eccellenza, con mezzi futuristici ma verosimili, con elementi funzionali credibili (come le catene sullo scafo dell’Arcadia per lo spostamento dei cannoni), dall’altro la cura maniacale per i dettagli: dall’etichetta gialla con le istruzioni si sicurezza su una bomba “a vibrazioni dimensionali”, alla scritta consumata su una bombola di ossigeno, elementi che conferiscono al disegno un livello di realismo eccezionale.
Sicuramente, due ore ben spese.