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Archive for the ‘oscar’ Category

Re, Regine e Oscar

Sunday, March 13th, 2011 by

Qualche giorni fa se ne è andata Jane Russel, l’ultima delle pin-up e a me dispiace tanto; recentemente avevo (ri)visto Gli uomini preferiscono le bionde, e Jane era davvero l’unica donna al mondo in grado di tenere testa a Marylin. E questo è più o meno tutto ciò che c’è da dire su di lei.

In realtà volevo parlare degli Oscar di quest’anno, anche se sono abbastanza in ritardo. Ha stravinto (telefonatissimo) Il Discorso del Re. Che è un gran bel film, capiamoci, anche se non saprei se proprio il Miglior Film. Nonostante una serie di grossolane mistificazioni storiche, che se proprio vogliamo fare i pignoli non sono nemmeno il punto della storia, quindi chissenefrega. Non ne abbiamo scritto qua, ma è uno di quei film che agli inglesi vengono da dio, con tutta l’atmosfera e la nebbia, le classi sociali, l’Impero, le cornamuse e “my dear, would you care for a cup of tea?”.
E’ una bella storia, di autostima, crescita e lotta personale, traumi familiari, destini non voluti: che non è detto che solo perchè sei nato principe avrai la vita più facile dei peones. Ed è girata magistralmente, con fantastiche interpretazioni dei tre protagonisti principali. Sul lato negativo, troppo concentrato sulla figura del Re, con poco spazio agli altri personaggi e a momenti, forse per questo motivo, un pò ripetitivo. Che magari era un effetto voluto, va a sapere.

Ma l’unico Oscar che indubbiamente si sarebbe meritato era quello per Attore Non Protagonista ed è l’unico che non gli hanno dato. Okay, io non ho visto The Fighter, e sono pronto a ricredermi sul fatto che sia uno di quei casi in cui il trailer inganna. Ma davvero Christian Bale ha dato un’interpretazione migliore di Geoffrey Rush?

E vogliamo parlare di aver completamente dimenticato True Grit? Fosse anche solo per la fotografia? E’ vero che Jeff Bridges soffre il confronto con l’originale, perchè John Wayne è Il Grinta più di qualunque altro personaggio abbia mai interpretato. Ma Hailee Steinfeld è semplicemente impressionante, ancora di più perchè tanto tanto giovane. In una versione della storia più cruda e matura di quanto fosse quella di Hathaway e Wayne, Hailee riesce a centrare l’equilibrio perfetto (tra bambina vulnerabile e donna forte) per la sua parte assai meglio di chi l’ha preceduta. Forse era troppo giovane per insidiare Natalie e il suo Cigno Nero, ma lei da sola alza il profile di True Grit notevolmente e secondo me questo avrebbe dovuto essere riconosciuto.
Tutto qua.

Due parole sul Leone

Tuesday, September 14th, 2010 by

Dunque fatemi capire un pò bene sta cosa: nel paese con i più grossi problemi di conflitti d’interessi dell’emisfero occidentale, dove nepotismo e familismo sono una piaga sociale da far concorrenza alla mafia, nell’industria nazionale più incestuosa, dove se non sei “figlio di X”, “cugino di Y” o perlomeno “conoscente della prozia suora della mamma di Z” non avrai mai nemmeno la speranza di poter vuotare i cestini dell’umido… hanno la faccia di tolla di rompere il cazzo a uno che potrebbe aver favorito un’ex trombamica e un compagno di merende?
E dico potrebbe perchè, anche se fosse vero, dovete prima dimostrare che ci fosse davvero un’alternativa. E no, premiare i vostri amici invece dei suoi, non è un’alternativa.

Cari signori cineasti (ehm…) italiani, fatevene una ragione: siete dei parassiti ignoranti, incompetenti, piccini e invidiosi. Adesso invece di mettervi lì a fare le analisi, i dibattiti (il dibattito, porco mondo, il dibattito!!!!), le dotte considerazioni e le pippe varie da intellettuale per vedere se si riesce a estorcere qualche euro al Ministero perchè non andate a lavorare? Possibilmente nei campi di patate?

Dice Salvatores:

Io sono uscito dalla Balada Triste de Trompeta di Alex de la Iglesia, che ha vinto il premio della regia, con una gran voglia di tornare a fare cinema.

Ecco, bravo. E visto che quando vuoi ne sei capace, fallo, senza tante menate.
Che ormai qua ci rimane solo Tinto Brass.

UPDATE: il minus-habens che che fa il ministro della “Cultura” nel presente governo non intende lasciare perdere la questione. Secondo questo povero demente (ma quanto aveva ragione Lombroso?!):

Tarantino è espressione di una cultura elitaria, relativista e snobistica

Ora. Non ho bisogno io di difendere Tarantino, nè di sottolineare che, a prescindere dal fatto che il suo lavoro piaccia o meno, è uno che di cinema sa più di ogni altro individuo su questo pianeta. Ma mettersi a sostenere che l’autore più pop del mondo, uno che ha fatto la sua carriera sul pulp e sui B-movies sia uno snob elitario può solo indicare che hai un Q.I. a una cifra. Se poi sei responsabile della Cultura in un paese che ha il clima culturale più accademico, borioso, asfittico e snob di tutta Europa… ma va a spalare mine in Angola, brutto coglione!

Oscar 2010

Sunday, March 7th, 2010 by

Tra poche ore verranno assegnati gli 82esimi Academy Awards. Non abbiamo mai parlato tanto di Oscar su questo blog, abbiamo avuto in passato solo una presa diretta e un commento post-serata. Quindi per variare, quest’anno ne voglio parlare prima.

Queste sono le mie scelte, tra i candidati. Non quelli che penso vinceranno, ma quelli che farei vincere io (che in qualche caso coincideranno, spero).

Miglior Film:
nonostante gli scontati pronostici, non penso – per motivi già spiegati – che Avatar se lo meriti. Io lo darei a The Hurt Locker, uno dei film più intensi e coinvolgenti che abbia mai visto.
Miglior Regista:
vorrei andare per Kathryn Bigelow, anche per il motivo che sarebbe la prima donna a vincere questo premio – e non con un film vaginale – però questo giro va a Quentin. Uno capace di fare qualcosa come Inglorious Basterds dimostra una padronanza dei mezzi e delle tecniche cinematografiche che non ha pari.
Miglior Attore:
nessuna competizione per questo. Jeff Bridges in Crazy Heart è semplicemente grandioso. Non ho avuto tempo di parlare del film (visto solo ieri sera!), ma… bello bello bello.
Miglior Attrice:
qua sono molto indeciso. A dire il vero, se Avatar fosse candidato, darei il premio a Pandora – sì proprio al pianeta, il miglior “personaggio” del film. Comunque, così sulla fiducia, a Meryl Streep, per la sua perfetta imitazione di Julia Child, ma considerate che Julie and Julia è l’unico dei candidati in questa categoria che ho visto.
Miglior Attore Non Protagonista:
anche qui non c’è molto da discutere. Cristoph Waltz sarà anche stato un insignificante attore di fiction austriache (e sticazzi!) fino all’anno scorso, ma in Inglorious Basterds spacca il culo ai passeri.
Miglior Attrice Non Protagonista:
direi Maggie Gyllenhaal. Non ho visto Up in the Air, e sono fortemente prevenuto contro le altre candidate, ma Maggie è veramente brava e tanto carina, anche se in un ruolo non particolarmente impegnativo.
Miglior Sceneggiatura Originale:
decisione difficile. Sono diviso tra darne un altro a Tarantino o premiare i Coen. A Serious Man è indubbiamente il loro film più profondo e maturo (e prima o poi ne dovremo parlare qua) e forse se lo meritano.
Miglior Sceneggiatura Non Originale:
non ho visto nessuno di questi, quindi passo, ma – di pancia – mi farebbe piacere vedere premiato District 9.
Miglior Film Straniero:
passo, sono solo contento che Tornatore non sia nemmeno stato considerato.
Miglior Animazione:
Up, non vedo altri concorrenti credibili.
Migliore Canzone Originale:
sono di parte, perchè mi piace il genere, ma vado per Crazy Heart senza esitazione.
Migliore Colonna Sonora Originale:
passo, mi rifiuto di votare per qualsiasi cosa scritta fatta da James Horner e nemmeno le altre sono memorabili.
I premi “tecnici”:
cioè Direzione Artistica, Fotografia, Suono (Mixing/Editing), Costumi, Trucco, Montaggio. Effetti Speciali. Ho qualche difficoltà a valutare questi, anche perchè non ho visto The Imaginarium of Doctor Parnassus che a occhio sembra un buon competitore di Avatar, District 9 e anche Star Trek. Sospetto (ma avendolo visto in una sala schifosa non posso giurarci) che la fotografia di The Hurt Locker sia meravigliosa. Sono contento che quest’anno i premi verranno distribuiti in gran parte tra film di fantascienza, un genere di solito snobbato dall’Academy.

Tralascio documentari e corti, che non ho visto (che poi, ma perchè non li fanno vedere di più?). Bene, stanotte vedremo che cosa succede. Che poi alla fine daranno tutto a Precious, che fa così tanto politically correct che uno rischia l’overdose solo a guardare il trailer.

And The Winner is…

Tuesday, February 24th, 2009 by

Anche quest’anno, puntuali come la fine dell’inverno, e come al solito in quasi-contemporanea con il festival di Sanremo, siamo arrivati agli oscar. Stranamente quest’anno i telegiornali italiani hanno dedicato qualche parola in più all’evento, il Tg1 ha addirittura aperto l’edizione pomeridiana del lunedì con la prima notizia dell’oscar come miglior film.
La cosa è strana, perchè quest’anno gli italiani sono stati più maltrattati del solito, nel mondo del cinema; non che di solito non ce ne fosse stato un motivo valido, visto che il cinema italiano è diventato di una insulsaggine e ripetitività imbarazzanti, ma per una volta che in Italia non si produce un film commedia-all’italiana, o un film drammatico-sulla-crisi-generazionale-e-i-turbamenti-amorosi-di-qualcuno…
Ok, sorvolando questo discutibilissimo aspetto, passiamo all’elenco dei vicitori.

Premio Oscar per la migliore attrice non protagonista: Penélope Cruz per “Vicky Cristina Barcelona”.
Ammetto di non avere visto questo film, e ammetto di non averlo visto perchè non mi ispirava per nulla (lesbicheggiamenti a parte).

Premio Oscar al miglior attore non protagonista: Heath Ledger per “Il Cavaliere oscuro”.
Premio Oscar per il miglior montaggio sonoro: Richard King per “Il Cavaliere Oscuro”.
Vittoria forse scontata, quella di Heat Ledger, ma a mio modo di vedere meritata. Voglio sperare che questo oscar sarebbe stato vinto anche da vivo. L’ho detto tempo fa e lo ripeto, a mio parere Heat Ledger può puntare a vincere la sfida tra Joker. Un oscar meritato, insomma, anche se i puritani si stracceranno le vesti, dicendo che Nicholson e Burton sono imbattibili.
Burton è imbattibile, Nicholson è bravissimo, ma in moltissimi film fa molto “se stesso” e il Joker è un personaggio fin troppo facile per lui. La cosa non si può dire per Heat Ledger. Ma è solo un parere personale.
Ricevono la statuetta per conto di Heath Ledger, i famigliari, che non paiono molto emozionati. Forse ne hanno piene le balle del mondo dello spettacolo. Invece in platea piangono tutti, da Adrien Brody a Brad Pitt. Speriamo non faccia parte dello spettacolo.
Il film ha preso anche un oscar tecnico sul montaggio sonoro, la cui differenza con quello al mixaggio sonoro è sfuggente perfino all’Academy, credo. In effetti non credo meritasse altri premi, ma quello che ha preso è meritato.

Premio Oscar per la miglior attrice protagonista: Kate Winslet per “The Reader”.
Altro film che non ho visto, anche perchè in Italia i film escono in genere con mesi di ritardo, tranne quelli che hanno la nomination all’Oscar, che di solito escono in contemporanea per sfruttare l’evento e cercare di riempire le sale. Ancora i distributori non hanno capito che le sale si riempiono lo stesso, basta che il film sia degno.

Premio Oscar per il miglior attore protagonista: Sean Penn per “Milk”.
Premio Oscar per la miglior sceneggiatura originale: Dustin Lance Black per “Milk”.
Sean Penn è un mito, ed è davvero bravo. Non credo di aver mai visto un film in cui non sia più che convincente. Anche quando ritira l’Oscar ed è sorpreso del premio, è un bravo attore. Sembra quasi sorpreso per davvero. E’ al suo secondo Oscar ma potrebbe vincerne molti di più.
In Italia l’avrebbero già declassato a comunista da quattro soldi, visto il suo attivismo politico. Tanto per non smentirsi, al ritiro dell’oscar ha fatto comizio, anzi ha fatto uno show politico a metà strada tra il cabaret e il serio, entrando nel merito dei casini che sono scoppiati negli Stati Uniti sui matrimoni gay.
Meno male che l’Oscar non è stato vinto da Brad Pitt. Bravissimo, ma con il trucco digitale e dei bravi truccatori (vedi gli oscari tecnici vinti dal film “Il Curioso Caso di Benjamin Button”), sono tutti capaci di recitare la parte dei vecchi.
Un altro mito è il regista Gus Van Sant (inquadrato a 2’20” del filmato), un regista dalle scelte non facili, e spesso radicali. Era in lizza per il miglior regista, ma forse è troppo radicale per vincere.
Per quanto riguarda lo sceneggiatore Black, uno dei volti inquadrati che piange in platea, è omosessuale, ed ovviamente per lui questo film ha significato qualcosa di più di un paio di ore fatte per pensare.
In totale questo film ha preso due oscar, su sette nomination.

Premio Oscar per il miglior film: “The Millionaire”.
Premio Oscar al miglior regista: Danny Boyle per “The Millionaire”.
Premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale: Simon Beaufoy per “The Millionaire”.
Premio Oscar per la miglior fotografia: Anthony Dod Mantle per “The Millionaire”.
Premio Oscar per il miglior mixaggio sonoro: Ian Tapp, Richard Pryke and Resul Pookutty per “The Millionaire”.
Premio Oscar per il miglior montaggio: Chris Dickens per “The Millionaire”.
Premio Oscar per la miglior canzone: “Jai Ho”, musiche di A.R. Rahman per “The Millionaire”.
Premio Oscar per la miglior colonna sonora: A.R. Rahman per “The Millionaire”.

Il film ha ricevuto complessivamente dieci nomination ed otto oscar, ed è stato l’indubbio dominatore della serata.
Otto oscar per un film un po’ fuori dalle righe, con un altro regista, Danny Boyle, dalle scelte non sempre facili e standardizzate (anche se meno di Gus Van Sant). Certo, a questo mondo è più facile vincere un oscar con un film buonista, che con un film puramente provocatore come “Trainspotting”, ma onore al merito comunque. L’oscar se l’è meritato, ma a mio parere quast’anno quello per il regista era uno degli oscar più combattutti.
In tempi di crisi economica, ha fatto manbassa di premi un film che parla di ricchezza e povertà in modo originale. Ieri al Tg1 ne hanno dato annuncio come prima notizia della giornata, come se questo film da solo potesse sistemare le schifezze di Wall Street e compagine. Peccato che sia un film sottilmente critico, forse qualcuno non se n’è accorto.
Sono comunque seguite polemiche (non del tutto sbagliate), sul fatto che fare film in India costa poco, e molta gente va lì, fa film, diventa ricca e famosa, per poi lasciare tutto com’è. Forse il Tg1 non si è accorto neppure di questo fatto, quando faceva vedere i bambini di Mombay, che nel film appaiono come comparse, contenti per l’oscar vinto in modo virtuale.
In Italia “The Milionaire” è stato mantenuto nelle sale lo stretto indispensabile per non dare troppo fastidio ai film scemi di Natale. Ora ci tornerà (si spera).

Premio Oscar per la miglior Scenografia: Donald G.Burt e Victor J. Zolfo per “Il curioso caso di Benjamin Button”.
Premio Oscar per il miglior trucco: Greg Cannom per “Il curioso caso di Benjamin Button”.
Oscar per i migliori effetti speciali: Eric Barba, Steve Preeg, Burt Dalton e Craig Barron per “Il curioso caso di Benjamin Button”.

Tre oscar tecnici per questo film di quasi tre ore, che comunque merita di essere visto.
Come ho specificato prima, giustamente l’Academy ha deciso di premiare i supporti tecnici che hanno permesso di far recitare a Brat Pitt la parte dell’ottantenne che ringiovanisce, e non viceversa. Una scelta sensata.
Tratto da un racconto di Fitzgerald, il film è un piacevole filmone che punta a mettere molta carne al fuoco sul tema del tempo che passa inesorabile. Il regista David Fincher, che in passato ci ha abituato ad indicibili orrori, o a provocazioni “moralmente ignobili”, ora cambia stile, genere e morale. Di sicuro ha perso la verve profondamente anarchica, e questo è un peccato, ma è uno che si sa calare nella parte che gli viene richiesta, in questo caso quello del filmone per tutti, spettacolare dove serve, o divertente, drammatico ed infine romantico.
La fotografia è eccezionale, di quelle che riempiono gli occhi, ma non ha vinto nulla. Il montaggio pure, e non ha vinto nulla. I premi vinti sono tutti meritati. Un film tecnicamente perfetto, insomma, ma forse per questo risulta un pochino freddo per fare breccia nel cuore.
Il finale ha comunque una originalità tutta sua, che ha fatto sì che molti spettatori non si alzassero subito dalla sedia, una volta finito il film. Il che è sempre un buon indice…

Premio Oscar per il miglior film d’animazione: “Wall-E”.
Scontato, anzi scontatissimo. Mi sarei offeso io per primo se avessero avuto il coraggio di dare il premio a qualcun’altro. Per quanto mi riguarda Wall-E è uno dei migliori film di animazione di sempre, forse meno “per bambini” di altri, ma più dedicato agli adulti, vista la notevole quantità di spunti di rifelssione che offre.
La Pixar si conferma la casa di produzione capace di fare scelte alternative e anche meno remunerative. Infatti mentre Kung Fu Panda o Madagascar 2 hanno spopolato nei botteghini di tutto il mondo, Wall-E ha incassato assai meno. Le scelte meno accattivanti si pagano, ma la poetica che ci sta dietro resta.
E anche la critica di un mondo che rischia di diventare molle, inquinato e brutto, perchè gli uomini stanno via via diventando stupidi. Critica che a tratti diventa feroce, soprattutto quando si insinua il sospetto che se l’uomo sta diventando così stupido ed inumano, allora saranno le macchine, paradossalmente dotate di più cuore di noi, a salvarci. Un messaggio quasi Dickiano…

Premio Oscar per il miglior film straniero: il giapponese “Departures”.
Ed ecco la grande sorpresa. Ovviamente non posso giudicare la qualità del film in questione, non essendo ancora arrivato in Italia, ma mi viene voglia di sottolineare come il grande favorito “Valzer con Bashir”, il film israeliano che avrebbe dovuto vincere a mani basse questa statuetta, sia restato a bocca asciutta.
I più malevoli sostengono che certi film stranieri (tra cui “Gomorra”), siano stati esclusi per non far avere un vero concorrente a “Valzer con Bashir”, ma preferisco non crederci. In ogni caso pare non abbia funzionato.

Altri premi nettamente minori:

Premio Oscar per il miglior cortometraggio d’animazione: Kunio Kato per “La Maison en Petits Cubes”.

Premio Oscar per il miglior cortometraggio: Jochen Alexander Freydank per “Spielzeugland (Toyland)”.

Premio Oscar al miglior documentario: James Marsh e Simon Chinn per “Man on wire”.

Premio Oscar al miglior cortometraggio documentario: Megan Mylan per “Smile Pinki”.

79th Academy Awards

Sunday, February 25th, 2007 by

Per gli amici: Oscar. Mancano poche ore all’inizio della magica notte e le abbondanti scorte di Sierra Nevada, popcorn e Chocolate Chip Vanilla Ice Cream verranno rimessi nell’armadietto (con accompagnamento di vigorose e fiorite caratterizzazioni della divinità come specie animali sessualmente attive), causa malattia. Qua siamo ben preparati per il più importante premio cinematografico del mondo, visto che abbiamo commentato e discusso molti dei nominati: il misterioso The Prestige, l’ammosciante La ricerca della felicità, il discusso An Inconvenient Truth, l’esagerato Maria Antonietta, i due pezzi da novanta The Departed e Babel, lo stiloso Il diavolo veste Prada e lo scanzonatissimo I pirati dei Caraibi: la maledizione del forziere fantasma.

Ce ne sono altri di cui per colpa di lavoro, malattie, casini e cazzi vari non siamo riusciti a parlare: The Last King of Scotland con uno strepitoso e inquietante Forest Whitaker (un attore tra più sottovalutati) nella parte del dittatore africano Idi Amin Dada. Un film che riesce a disturbare profondamente senza far vedere quasi niente e lasciando che sia lo spettatore a generare nella sua mente una violenza primitiva e brutale (Mel Gibson, impara!). Poi Children of Men lo spreco di una bellissima scenografia e una spettacolare fotografia per colpa di una sceneggiatura confusa e mediocre e personaggi piatti e stereotipati (anche se Michael Caine nella parte dell’hippie fa effettivamente ridere). Naturalmente Letters from Iwo Jima, la seconda parte della “bilogia” eastwoodiana su Iwo Jima, una storia di lacrime, sangue, sudore e polvere, la storia degli sconfitti. Potente e commovente, anche se forse fallisce nel trasmettere quanto sia stata furiosa e tenace la resistenza giapponese. Forse anche Blood Diamond, Gin?
E adesso vediamo chi vince e domani via di commenti.

Lo spettacolo comincia: le stelle sfilano sul tappeto rosso, Gwyneth Paltrow brutta tanto quanto Cate Blanchett è angelica, Leo DiCaprio a braccetto di mammà da bravo terruncello, Cameron Diaz, incapace di nascondere la sua bionditudine, saltella come una bimba, Jodie Foster è pettinata come il suo barboncino, Coppola va a braccetto con Lucas, Nicole Kidman mi fa sanguinare il cuore.

And the Oscar goes to…

UPDATE 1: voglio la testa di Céline Dion. Accompagnata dalla colonna sonora di Per un pugno di dollari.

UPDATE 2: i vincitori e alcune clip dei film.