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La Fabbrica dei Sogni
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Loki can dance

November 10th, 2013 by

Mercoledí é tempo di Thor, nel frattempo, enjoy:

Captain Phillips

November 10th, 2013 by

Fatevi un favore, andate a vedere questo film. Altro che Checco Zalone!
Perché dovreste vederlo? perché Tom Hanks, che non é nemmeno tra i miei attori preferiti*, l’ha fatto di nuovo: interpretazione notevole.
La storia é nota, ed é una storia vera: una nave mercantile viene assalita dai pirati al largo delle coste somale. Il rapimento a scopo riscatto non va proprio come nei piani dei somali, la faccenda si complica e … il regista vi tiene in ansia fino a 5 minuti dalla fine. E non é un’ansia cattiva da thriller, é un’ansia empatica, del tipo: ‘E adesso come ne usciamo da sto casino?’ Domanda che si pongono entrambe i capitani, quello americano e quello somalo.

Tom Hanks come detto é grandioso, riesce a farti venire sete, bisogno di fare pipí, bisogno di muoverti, bisogno di aria, e un filo di nausea da mal di mare. I somali che interpretano i pirati sono attori improvvisati e sono bravissimi. Si percepisce l’assoluta disperazione, la motivazione che li spinge: non hanno niente da perdere, ma proprio niente. E lo si capisce fin dalle prime scene.
Tutto questo non li giustifica, e non credo fosse nelle intenzioni del regista di giustificarli, ma il loro punto di vista c’é, ed evita al film di diventare un’aMMericanata.
Guardatelo, non fosse altro per le scene nella seconda parte del film, quando un incrociatore, una portaelicotteri e un cacciabombardiere americani inseguono e circondano una scialuppa di salvataggio … surreale, e simbolica.

Captain Phillips

Captain Richard Phillips: There’s got to be something other than being a fisherman or kidnapping people.
Muse: Maybe in America, Irish, maybe in America.

Dopo il film l’uomo ed io ci siamo fatti una lunga discussione sulle implicazioni e le conseguenze pratiche/legali della pirateria somala moderna. Sulle responsabilitá delle compagnie, sull’idiota clausola che le compagnie di assicurazioni pongono a queste navi: no guardie armate a bordo, a meno che non siano militari veri e proprio (vedi Maró), sulle possibili soluzioni technologiche. C’é da parlare per ore e quando un film ti fa ragionare per ore, secondo me é un buon segno.

* (Imputo parte di questo mio non avere un serio crush per Hanks al suo doppiatore italiano, la sua voce originale ha un timbro che recita da solo … ma questa sono io con le mie fisse sulle voci, lasciatemi perdere.)

Space Battleship Yamato

November 9th, 2013 by

Come inizio, è necessaria una premessa.Space-Battleship-Yamato-film-affiche-poster-02
Se non siete nati tra gli anni ’70 e gli ’80, se non avete mai visto un episodio di “Star Blazers”, beh, allora non sarà facile cogliere tutti gli aspetti della trama e del carattere dei personaggi che risulteranno chiari a chi invece ricorda questo anime, non sarà facile apprezzare tutto ciò che questo film può dare.
Ma se invece da piccoli avete sognato almeno una volta di volare “per lo spazio eterno, misterioso come il suo blu”, di darvi da fare sul ponte della Yamato (Argo, per noi) ai comandi del Capitano Avatàr, o di pilotare un caccia della pattuglia delle Tigri Nere, allora dovete guardare questo film.
Certo, c’è qualche nota dolente, di quelle che i nostalgici di Derek Wildstar (pronunciato rigorosamente “Uilstar”) e soci perdoneranno, ma che risulterà probabilmente indigesta a chi non conosce la serie. E da quelle parto.
Innanzitutto, la trama. Condensare 26 episodi della prima stagione in due ore di film, e dargli anche un finale, non era facile. Perciò alcuni passaggi sono estremamente semplificati.
Poi la recitazione: probabilmente nessuno di questi attori vincerà l’Oscar. Anche se devo dire che sono sempre meglio di certe facce da “fiction” nostrane.
Gli effetti speciali si difendono, non sono male. A un occhio attento non sfuggirà qualche dettaglio troppo “finto”, ma nel complesso, sono decisamente credibili.
Punti di forza, infine, il mecha design, in primis della Corazzata Spaziale Yamato, poi quello dei caccia Tigri Nere e del caccia di Kodai/Wildstar, il Cosmo Zero.
E poi, ovviamente, il velo di epicità che permea tutto il film. Si sa che i giapponesi hanno uno spiccato senso dell’onore e del dovere, fino anche all’estremo sacrificio se fosse il caso. E sono dei grandi idealisti.In questo film ritroviamo quei valori di lealtà, dedizione alla causa, stoicismo che a noi…bambini degli anni 70-80 sono stati trasmessi da anime (che per noi erano sempre “cartoni”) come questo. Ecco, qui mi fermo, perchè mi rendo conto che questo aspetto così enfatizzato è un’arma a doppio taglio: sarà grottesco e plateale per chi non è nello spirito del cartoon, mentre sarà di nuovo motivo di orgoglio per i fan dei vecchia data.
Da ultimo, il finale (ovviamente)… gli ultimi cinque, dieci minuti di film meriterebbero davvero un discorso a parte, ma evito di spoilerare perchè in cuor mio spero che qualcuno dei lettori si incuriosisca e provi a guardare il film.

Ed ora, signori, allacciate le cinture di sicurezza…Orion, motori a tutta! Venture, prepararsi al balzo iperspaziale!

Death Proof

October 20th, 2013 by

Me l’immagino cosí io quando han chiesto a Kurt Russell se voleva fare un film con Tarantino. Mi immagino gli abbiano detto una cosa tipo:

‘Tu sei un pazzo fulminato con una brutta cicatrice sul viso, insegui ragazze che stanno passando una serata alcolica di puro divertimento tra di loro. Le insegui a bordo di una macchina ‘death proof’ tamarrissima con tanto di teschio disegnato sul cofano e un papero cromato come simbolo. Qualcuno potrebbe farsi male, magari anche tu, ma nel mentre Vanessa Ferlito ti fa una lapdance tipo questa:

Roba da diventare lesbica.
Fossi stata Kurt Russell avrei detto una cosa tipo: ‘Dove firmo?’.

Il resto é puro Tarantino; ci sono un mare di dettagli femminili, piedini al vento, pancini scoperti, gambe lunghissime, capelli selvaggi.
La storia é tutta un riferimento e un omaggio ai B movies che Tarantino adora, un bellissimo omaggio. La fotografia é la sua: spettacolare come sempre; in certi punti la pellicola é fintamente tagliata male, come certi film degli anni 70 appunto.
Kurt Russell é uno strepitoso cattivo. Le ragazze, ‘the girls’ come sono accreditate dei titoli di testa, sono perfette, ce n’é una per tutti i gusti. L’incredibile Rosario Dawson, che ogni volta mi domando da che pianeta sia arrivata, e la stuntwoman Zoe Bell (Uma Thurman in Kill Bill), che nel film interpreta … se stessa!

Tarantino o si odia o si ama, io ho deciso da tempo da che parte stare, Death Proof é l’ennesima piacevole conferma.

Maisie Williams

October 9th, 2013 by

Appreciation moment for Maisie Williams.
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