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Star Trek I

Saturday, November 26th, 2005 by

Capita che c’è la giornata no. Capita anche la settimana no. Quella dove tutto, ma proprio tutto, ti va storto dalla domenica al venerdì. Tanto che finisci per odiare l’umanità a tal punto che se ci fosse un altro diluvio universale faresti i complimenti a Dio per l’ottima pensata. Ognuno ha i suoi antidoti per casi del genere. C’è chi, per esempio, si dedica a shopping ossessivo-compulsivo di scarpe e lingerie. Per me Star Trek funziona sempre. Ha l’effetto di farmi pensare che in fondo c’è del buono perfino negli esseri umani. Che non è vero, ma uno ogni tanto ha bisogno di crederci per un pò.

Star Trek: Persis Khambatta Il primo dei film della serie è, credo, l’unico caso di film girato su precisa richiesta degli spettatori. La storia di Star Trek è piena di aneddoti del genere e i fans lo hanno sempre capito più e meglio dei produttori.

Come sempre Star Trek non delude quando si tratta di offrire spunti interessanti. Domande essenziali come, per esempio: può una donna completamente calva essere terribilmente sexy? Io non lo avrei mai detto, ma sì, soprattutto se è l’ex Orgoglio dell’India e ha due gambe chilometriche.

Profonde riflessioni a parte, questo è probabilmente uno dei film migliori di Star Trek, sia tecnicamente (mostra la sua età è ovvio) che come storia. E’ anche uno dei più profondi, quasi un viaggio esistenziale alla ricerca dell’essenza e della complessità della natura umana. Non temi nuovi per Star Trek, ma trattati in modo più originale rovesciando i ruoli tradizionali (donna emotiva, uomo razionale) grazie alle new-entry Ilia (vedi sopra) e Decker (che ad aver saputo che sarebbe finito a fare Settimo Cielo potevano aggiungere alla storia anche un dibattito sull’eutanasia) che si aggiungono ai tradizionali scontri McCoy&Spock, in grandissima forma. Tutti i viventi sono alla ricerca di qualcosa, sentono la loro incompletezza e cercano di colmarla. Ma come e cosa nessuno lo sa. Un’aspirazione universale, che accomuna tutte le forme viventi e la loro ricerca di una risposta a domande che non conoscono. Ma cosa succede se il creatore è a sua volta incompleto e imperfetto?
Dopotutto, tutti noi creiamo Dio a nostra immagine e somiglianza. No?

Why is any object we don’t understand always called “a thing”?