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Babette’s Feast

Thursday, January 5th, 2006 by

Con la pancia ancora piena dei banchetti di Natale e Capodanno, questo film mi sembrava molto adatto. E’ da tanto tempo che volevo vederlo: Il pranzo di Babette, da un libro di Karen Blixen. Io ho una passione smodata per i film “gastronomici”. Non (solo) per golosità, è che trovo affascinante l’intreccio della storia e dei personaggi con il cibo, il modo in cui questo si carica di significati e di simboli. Dopotutto cucinare e mangiare sono innanzitutto espressioni culturali e definiscono ciò che siamo più di ogni altra cosa.

Così il contrasto tra il cibo inconsistente e insapore di una minuscola comunità protestante ultra-puritana sulla costa danese e il cibo raffinato cucinato dalla cuoca francese in esilio è molto più che un contrasto tra odori, sapori e colori. E’ anche, ovviamente, lo scontro tra due modi di intendere la vita e il rifiuto di una cultura che santifica l’automortificazione e il sacrificio fini a sé stessi. Ma questa non è una storia antireligiosa come potrebbe sembrare a prima vista. Anzi, contiene numerosi riferimenti religiosi, a cominciare dal numero di partecipanti alla cena di Babette. E’ piuttosto una storia contro un certo modo di intendere la religione, e il cristianesimo in particolare. Se la vita è sofferenza, perché aumentare questa sofferenza arbitrariamente attraverso la privazione e il sacrificio invece di cercare di alleviarla grazie ai pochi piaceri che ci sono concessi? E che merito se ne potrebbe mai acquistare presso un Dio che ha creato tante cose buone e belle e ci ha dotato dei mezzi per apprezzarle? Vale per il cibo come per altre cose. Infatti il parallelo immediato è quello con l’arte. Non c’è davvero motivo per considerare uno dei 5 sensi più peccaminoso o scandaloso degli altri 4. Se l’arte è un mezzo per glorificare Dio, a maggior ragione può esserlo il cibo e non solo perchè è esso stesso una forma d’arte. In fondo, il Cristianesimo nasce proprio da una cena e se la salvezza passa attraverso pane e vino non potrebbe benissimo passare attraverso foie gras e champagne?

Ad ogni modo io ho deciso che non morirò prima di aver mangiato le cailles en sarcophages. Dopo averle mangiate ci penserò su; tanto che fretta c’è?

The Cailles en Sarcophages were a favourite of General Galliffet. The General had this rather interesting notion that this woman, this head-chef, had the ability to transform a dinner into a kind of… love-affair… yes, a love-affair that made no distinction between spiritual and other… appetites. General Galliffet said that in the past he had fought a duel for the hand of a desired woman. But now in all of France there was not a woman for whom he would risk his life with the exception of the Café Anglais chef.