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John Huston « La Fabbrica dei Sogni
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The man who would to be king – L’uomo che volle farsi re

Wednesday, February 25th, 2009 by

Film epico per una storia epica, tragica, avventurosa ed emozionante. Gli strepitosi S. Connery e M. Caine sono Daniel Dravot e Peachy Carnehan, due soldati inglesi. alquanto sicuri di sè, che si ritrovano in India liberi dai doveri militari, assolti combattendo su tutto il territorio dell’allora colonia britannica. Decidono che l’India non é abbastanza grande per loro e iniziano la marcia verso il Kafiristan, misterioso territorio oltre l’Afghanistan, dove nessuno oltre ad Alessandro Magno é mai riuscito a giungere.
Partono ben armati, dopo aver firmato un patto che li vincola al reciproco soccorso, che li costringe alla sobrietà e alla castità fino al raggiungimento dello scopo finale: avere un Paese, un Regno personale e farsi re, del Kafiristan appunto.
Riusciranno nel loro intento? Riusciranno, andranno oltre lo scopo di farsi re, arriveranno a farsi Dio e questo sarà il problema.
Cosa c’é in quest’avventura? Senza fare spoiler, la storia racconta molto bene di amicizia indissolubile, direi fedeltà all’amico, ci racconta di un profondissimo sentimento d’ambizione che sempre pervade Daniel anche quando tutto sembra portare alla delusione. La perseveranza con cui marciano verso la meta, oltre ogni difficoltà, logistica, meterologica e fisica lascia il segno. L’incoscienza di accettare, o non vedere, le pericolose conseguenze delle loro azioni, la capacità di affrontare ogni rischio con forza e deteminata ostinazione.
Veniamo trasportati dentro la follia di un uomo che oltre a volersi fare re si fece Dio, senza remore, convinto della sua posizione, della correttezza del suo pensiero e immerso nel suo sogno, questo folle egocentrismo sarà ovviemente la sua rovina. Infine quest’avventura dice tutto sulla dignità di accettare la sconfitta e il giudizio del popolo. Quallita’ scarsamente diffusa al momento, vi pare?

Imperdibile la scena d’addestramento delle “truppe” afghane, precisione e disciplina britannica a scontrarsi con l’arretratezza dei locali, da sorridere.

Girato in Marocco ci regala panorami mozzafiato, neve, deserti, montagne infinite, rocce impervie, fa venire voglia di camminare.

Il film é tratto dall’omonimo libro di R. Kipling, interpretato nel film da C. Plummer, che funge da notaio del patto iniziale e testimone finale della storia.

Un film molto bello che consiglio se avete voglia di avventura e di amicizia, di onesta’ e quel briciolo di umorismo britannico che non guasta mai.

Billy Fish: He wants to know if you are gods.
Peachy Carnehan: Not gods – Englishmen. The next best thing.

The Maltese Falcon

Saturday, August 6th, 2005 by

A pochi uomini capita di diventare degli archetipi culturali. Ad Humphrey Bogart (mio mito personale dalla prima volta che ho visto Casablanca anni e anni fa) è capitato. Il suo Sam Spade del Falcone Maltese è diventato il prototipo del duro, cinico e disincantato, che ne ha viste di tutte e non si lascia più fregare da nulla e nessuno. Ma che in fondo, proprio in fondo, così in fondo che si capisce subito, non è così bastardo come ama far credere. Bogart ne farà il suo marchio di fabbrica, finendo indisolubilmente legato a questo tipo di personaggio nell’immaginario collettivo. E’ anche il film (e il romanzo) che segna la nascita del poliziesco/noir e l’abbandono dei detective “puliti” ed eleganti stile Conan Doyle e Agatha Christie sostituiti da una collezione di “perdenti” mezzi alcolizzati e dalla violenza facile. Trama coinvolgente, ritmo serrato, colpi di scena a manetta, questo è un film che ha stabilito gli standard di tutto un genere e dopo più di 6o anni il suo fascino è ancora intatto.

We didn’t exactly believe your story, Miss O’Shaughnessy, we believed your 200 dollars. I mean, you paid us more than if you had been telling us the truth, and enough more to make it alright.