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Liam Neeson « La Fabbrica dei Sogni
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Le cronache di Narnia – Il leone, la strega, l’armadio.

Sunday, January 1st, 2006 by

Non è per giustificarmi ma davvero questo io non lo volevo vedere.
Mi ci hanno costretto, anche se in fondo sono io ad essere debole, non so dire di no se sento la parola “cinema”.
Avevo ragione.
Il film è una delusione. E’ certamente un film per bambini, ma piccoli. E io sono quella che “La spada nella roccia” la vede con gusto ogni anno a Natale. Per la verità qualcuno ci ha trovato alcuni interessanti collegamenti storici, la storia di Inghilterra non la ricordo, vado a fiducia.
Prima le cose brutte: i tre ragazzi-attori sono terribili, devono avergli dato in mano spade/archi il giorno delle riprese, insomma Legolas è su un’altro pianeta proprio. I tanto decantati effetti speciali non lasciano certo senza fiato, anche se il fauno, la volpe, i lupi e le altre creature della foresta di Narnia sono ben animati. Piuttosto se pesco quello che ha scelto il doppiatore italiano del leone ho da fargli una domanda: perchè scegliere Homar Sharif? Non voglio discutere sulla bravura dell’attore, ma perchè uno straniero? Nella versione originale la voce del leone è di Liam Neeson, scusate s’è poco. Il risultato in italiano è terribile, è evidente che il leone parla una lingua non sua. Forse é un effetto cercato, per dare spessore e un’aurea di saggezza al personaggio, il risultato è una forzatura con frasi che restano poco comprensibili, alla fine il leone sembra solo un po’ stordito.
S’è scritto altrove che il film e il libro da cui è tratto sarebbero la bibbia ricreativa-educativa di una certa cultura ultracattolica. Mi fa un po’ ridere questa cosa. Il libro è pieno di buoni sentimenti, amicizia, tradimenti finiti in riconciliazione, il bene contro il male, il bene che vince … ecco mi domando da tempo: da quando queste cose sono esclusivo appannaggio della religione cattolica? Queste “banalità” sono alla base del vivere di ogni civile essere vivente, la sua religione non conta poi molto. E non mi dilungo oltre.
E’ nota l’amicizia tra lo scrittore di Narnia, C.S. Lewis , e J.R.R. Tolkien, dal film si capisce bene che i due bevevano pinte di birra insieme a Oxford. Ma i livelli sono differenti, poche storie.
Ci sono alcune cose che meritano, insomma ti evitano di dormire per tutta-tutta la durata della proiezione. Il telo che ricopre l’armadio e che scivola via strattonato dalla bimba curiosa è perfetto: sembra di sentire la polvere scenderti addosso, la stoffa si dispiega in modo così avvolgente … dettagli da paranoica, lo so. La strega bianca è semplicemente bellissima, cattiva e gelida. I suoi vestiti sono spettacolari, e l’abbigliamento indossato durante il combattimento è una delle cose belle del film. L’altra cosa bella sono le scene invernali, in questi giorni di buffera sono così reali e abbaglianti. Forse perchè la neve rende meno brutto anche il male, notevole, fa venire voglia di prendere a palle di neve i tre attori-ragazzini.

Susan Pevensie: Peter, just because a man in a red coat gives you a sword doesn’t make you a hero!

Batman Begins

Thursday, July 14th, 2005 by

Batman è un personaggio di cui potrei discutere per ore. Ma cercherò di limitarmi. Tanto per cominciare, non esistono due interpretazioni uguali dell’uomo-pipistrello che è passato con sconvolgente facilità da violento giustiziere della notte a rassicurante supereroe per famiglie, da surreale fumettone pseudo-fantascientifico a icona televisiva pop, per tornare poi alle sue origini di vigilante gotico e infine approdare al Cavaliere Oscuro di Frank Miller. Inutile dire che, per il sottoscritto, Batman è e sarà sempre l’eroe solitario tenebroso, cupo e vendicativo. Tanto ossessionato dai suoi traumi e dalle sue paure da doverli nascondere dietro una maschera.

Perciò la prima cosa positiva di Batman Begins è la scomparsa di Robin e della visione paternalistico-edipica del Batman di Joel Schumacher. Qua si torna alle origini. Letteralmente. A cominciare dal bellissimo logo in metallo grezzo. E qua inizia il bello perchè all’inizio di tutto c’è una questione cruciale per ogni giustiziere che si rispetti. Sì perché è una bella cosa dire di lottare per la giustizia, ma la giustizia è un concetto astratto e tutto sommato relativo. Ciò che fa di una persona un criminale è la legge, ma se ti metti al di sopra della legge, come puoi distinguere l’onesto dal delinquente? Inoltre la legge può essere sbagliata o imperfetta o, a sua volta, ingiusta. Violare una legge sbagliata è da criminali o da eroi? Il paradosso del supereroe poteva essere affrontato solo da un personaggio ambiguo come Batman, uno che è più un vendicatore che un giustiziere. Infatti The Bat Man non combatte per la giustizia, combatte contro i demoni (suoi prima ancora che nostri) e le fobie individuali e collettive di una società malata. E qui la scelta del cattivo e delle sue armi cade a pennello.

Però.
Katie Holmes. Quando faceva la teenager stronza e capricciosa era adorabile, ma come assistente procuratore distrettuale è credibile almeno quanto Bruce Willis nelle vesti di una ballerina classica. E non è neppure lontanamente vicina alle donne fatali attratte dalla complicata e schizofrenica personalità di Batman. Anche considerando che si tratta di un Batman giovane e immaturo proprio non riesco a vederlo dietro una ragazzina, qualcuno gli faccia incontrare una Donna!
Christian Bale se la cava abbastanza bene, ma certo non è aiutato dalla presenza di un gigante come Michael Caine che, nella parte del mitico Alfred, gli ruba la scena anche quando non c’è.
Di questi tempi, è apprezzabile il ricorso minimo alla computer graphics, ma perchè rinunciare alle atmosfere gotiche tradizionali? E sostituire la batmobile con un specie di super Hummer corazzato con gli steroidi? (Sulla batmobile c’è un retroscena divertente. Apparentemente mentre giravano per le strade di Chicago è stata tamponata da un’altra macchina. L’autista, ubriaco, avrebbe detto di esserci andato addosso apposta credendo si trattasse di una astronave aliena!?). In una moderna metropoli uno che va in giro vestito da pipistrello è matto. A Gotham City è quasi normale. Così si sputtana tutta l’atmosfera del film senza un valido motivo. Un pò troppo lungo, soprattutto nel finale, ma ad ogni modo bentornato Cavaliere della Notte!

Curiosità: qualcuno si è divertito a calcolare quanto costerebbe diventare Batman. Siccome quasi tutta la tecnologia usata da Batman è commercialmente disponibile basterebbero appena un paio di milioni di dollari. Ma il patrimonio di Bruce Wayne è stimato a circa 6.3 miliardi di dollari, il che lo farebbe il 28esimo uomo più ricco d’America, subito dietro Rupert Murdoch. Questo spiega probabilmente perchè Bruce Wayne attira gnocca come una calamita.

Bats frighten me. It’s time my enemies share my dread.