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Paul Giamatti « La Fabbrica dei Sogni
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Posts Tagged ‘Paul Giamatti’

The Illusionist

Thursday, May 10th, 2007 by

In molte recensioni di questo piacevole film si legge del confronto con il più visto The prestige, confronto che si dice perso in partenza; io piuttosto trovo sia un parallelo poco calzante. Il punto in comune pare essere la prestidigitazione, il gioco di prestigio, è naturale, ma il senso dei due film è diverso, la logica, lo spirito stesso delle due pellicole non è comune.
Del primo ha già detto esaudientemente Yash, di questo che vi posso dire io?
Fine ‘800, in una splendidamente rivisitata Vienna l’illusionista Eisnheim, Ed Norton, riscuote uno strepitoso successo con numeri che vanno oltre l’umana spiegazione e tutto fila liscio finchè la polizia s’insospettisce di tanto successo, di alcuni numeri bizzarri e soprattutto fin quando l’innamorata d’infanzia del nostro illusionista torna d’improvviso nella sua vita. I guai si infittiscono e il nostro eroe si appropria dell’espressione che meglio viene a Norton: quella del cane bastonato dalla vita, stracciato nell’anima e senza molte speranze.
Jessica Biel, la nobildama amata, è bella, strepitosamente bella. Fine, per stavolta è perdonata, ma che non ricapiti. Menzione speciale per Paul Giamatti, nella parte del commissario di polizia che vuol capire, scoprire e infine difendere.
Il film è splendidamente girato, con un piacevole finale a sorpresa, musiche perfette e un effetto pellicola anticata che ti avvolge e rende perfettamente l’epoca storica. A mio parere è un’avventura romantica, fatta di sentimenti, magia, sorprese, soprusi e rivincite, un finale da Giulietta e Romeo molto ben confezionato. Forse non imperdibile, ma una bella serata.

Cinderella Man

Thursday, September 29th, 2005 by

Motivi che possono spingere quattro donne a precipitarsi a vedere Cinderella Man:
una c’era perchè al cinema ci vivrebbe;
una c’era perchè Russel Crowe è sempre un argomento interessante;
una, Gin, c’era per la somma delle suddette cose;
l’altra c’è stata trascinata nonostante l’odio per il pugilato.

Il film va visto, e lo dice una che non capisce lo sport in questione. Crowe è bravo da svenire, non parlo dei muscoli ma dell’interpretazione, la regia impeccabile, Howard è diventato una garanzia. Sangue non se ne vede molto, niente splatter, ma certi pugni arrivano nello stomaco lo stesso, buona l’inquadratura finale perpendicolare al ring e sfumata dal colore al seppia, senza smancerie inutili. Renee Zellweger dovrebbe cambiare doppiatrice italiana, terribile i primi 10 minuti, poi ci si concentra su altro per fortuna.
E’ una vicenda umana toccante, emozionante e reale. E’ interessante e apre una porta su un periodo non facile per gli USA (anni ’30), a quanto pare non siamo gli unici che nella storia han patito la fame vera. Gli scorci di Central Park adibita a baraccopoli sono emozionanti, una scena ben diversa dai newyorkesi in t-shirt e shorts che fanno jogging. Fa riflettere, considerato il comune pensiero che dà all’America il ruolo di Paese Ricco, come se certi problemi non l’avessero mai toccata.

Curiosità
Aspetto conferma da chi vedrà la versione in lingua originale, nel frattempo vi sottopongo un quesito: durante una conferenza stampa J.J.Braddock (Crowe) a domanda risponde qualcosa tipo: “Credo che passerò dal fruttivendolo perchè mia moglie mi ha detto di tornare con la cintura (da campione), ma i miei figli han capito verdura!
Nelle immagini finali mentre i testi ci dicono di come sia stata normale e piena la vita di J.J.Braddock, lo si vede rientrare in casa con un acquario e delle piccole tartarughe per i figli.
E’ possibile che la battuta di cui sopra in lingua originale giocasse non su Cintura-Verdura ma sull’assonanza, intraducibile, Title-Turtle?
Ho pensato una delle mie idiozie o regge? Agli angolfoni il responso.