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Radha Mitchell « La Fabbrica dei Sogni
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La città verrà distrutta all’alba

Sunday, May 9th, 2010 by

Onestamente non c’è nulla in questo film che faccia gridare al capolavoro (non la recitazione dei protagonisti, nè gli effetti speciali, nè tantomeno i dialoghi piuttosto scontati). D’altro canto, però, c’è da dire che non era facile tirare fuori qualcosa di nuovo dal filone già riccamente sfruttato (“l’ombra dello scorpione”, “virus letale”, “28 giorni dopo”, “io sono leggenda” , giusto per dire i primi che mi vengono in mente) dell’epidemia distruttiva.
In questo caso, però, non è tutto il mondo ad essere infettato, ma solo (forse) la cittadina di Ogden Marsh. Di conseguenza, come dice il titolo, la città deve essere messa in quarantena, ed eventualmente…sistemata in maniera radicale.
Se raccontassi altro circa la trama, rischierei di spoilerare troppo, ma credo non sia nemmeno difficile intuire cosa possa succedere. E se dico “Esercito”, l’ossatura del film si compone da sola, vero? E così come telai simili possono sostenere carrozzerie diverse, lo stesso vale per questo film: città infetta, interviene l’esercito…chissà che piega prenderà mai la situazione…
In tutto questo comunque c’è spazio anche per qualche citazione classica (l’arma del delitto che striscia su pavimento e/o parete, lasciando la sua scia di sangue), qualche trovata degna di nota (che non racconto per non bruciare la suspance a chi di voi magari guarderà questo film), e qualche goccia di miele (non so a voi, ma a me il buonismo holliwoodiano ha un po’ sfasciato gli zebedei).
Infine, leggo tra i produttori anche il nome di George Romero. Da un lato la sua firma in calce all’opera spiega molte cose…dall’altro, fa un po’ triste vederlo copiare da sè stesso, e copiare in maniera così approssimativa.
Ah, scopro ora, a cose fatte, che mai giudizio fu più appropriato: questo film è un remake dell’omonimo del ’73 diretto dallo stesso Romero.

Insomma, il giudizio finale al film è una sufficienza presa per il rotto della cuffia, diciamo che è un buon film da vedere senza impegno la domenica sera, giusto per chiudere in relax il weekend e tenere lontana l’idea che domani sarà lunedì.

Ah, piccola nota per il titolo: quello che da noi è “La Città verrà distrutta all’alba”, nella sua versione originale si chiama “The Crazies”. Ma le colpe di questo crimine si perdono nel tempo: anche l’originale del ’73 si intitolava “The Crazies”, ed anche quello fu ribattezzato nello Stivale: “La Città..” eccetera eccetera.

Melinda and Melinda

Wednesday, January 20th, 2010 by

Sempre cercando di colmare le mie lacune cinematografiche sere fa ho visto questo film di Allen. Per l’ennesima volta mi sono ritrovata a pensare che Allen é un genio, non una gran novità, vero ma é un pensiero che mi si fissa sempre più. So che in queste pagine non sono sola.
La trama é semplice e potrebbe sembrare già vista se la si guarda superficialmente. Quattro amici al tavolo di un ristorante discettano di tragedia e commedia, poi due di loro si lanciano una piccola sfida mentale. Partendo da un’incipit comune, da una storia semplice, uno di loro svilupperà una piccola deliziosissima commedia, l’altro una tragedia non cupa ma decisamente “greca”.
Molti i dualismi in atto insieme a quello tragedia VS commedia, cinema VS teatro, Stravinsky VS jazz; piacevoli da notare e perfetti come sfondo alle storie.
Cosa scegliereste di vivere? Cosa rende la vita interessante e degna di esere vissuta? Qual é la vostra sfumatura preferita? quella in cui vi sentite “voi” fino in fondo?

Possiamo guardare questo film sottolineando gli innumerevoli spunti filosofici, oppure lo possiamo guardare come un film ben fatto, non memorabile come Match Point, ma godibilissimo, pieno delle immancabili battute fulminanti di Allen.

Hobie: You feel like we don’t communicate anymore?
Susan: Of course we communicate. Now can we not talk about it anymore?

Titoli di testa: bianchi su sfondo nero, in perfetto stile newyorkese, molto classici, molto Woody Allen.