Me l’immagino cosí io quando han chiesto a Kurt Russell se voleva fare un film con Tarantino. Mi immagino gli abbiano detto una cosa tipo:
‘Tu sei un pazzo fulminato con una brutta cicatrice sul viso, insegui ragazze che stanno passando una serata alcolica di puro divertimento tra di loro. Le insegui a bordo di una macchina ‘death proof’ tamarrissima con tanto di teschio disegnato sul cofano e un papero cromato come simbolo. Qualcuno potrebbe farsi male, magari anche tu, ma nel mentre Vanessa Ferlito ti fa una lapdance tipo questa:
Roba da diventare lesbica.
Fossi stata Kurt Russell avrei detto una cosa tipo: ‘Dove firmo?’.
Il resto é puro Tarantino; ci sono un mare di dettagli femminili, piedini al vento, pancini scoperti, gambe lunghissime, capelli selvaggi.
La storia é tutta un riferimento e un omaggio ai B movies che Tarantino adora, un bellissimo omaggio. La fotografia é la sua: spettacolare come sempre; in certi punti la pellicola é fintamente tagliata male, come certi film degli anni 70 appunto.
Kurt Russell é uno strepitoso cattivo. Le ragazze, ‘the girls’ come sono accreditate dei titoli di testa, sono perfette, ce n’é una per tutti i gusti. L’incredibile Rosario Dawson, che ogni volta mi domando da che pianeta sia arrivata, e la stuntwoman Zoe Bell (Uma Thurman in Kill Bill), che nel film interpreta … se stessa!
Tarantino o si odia o si ama, io ho deciso da tempo da che parte stare, Death Proof é l’ennesima piacevole conferma.