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Archive for November, 2005

Harry Potter e il calice di fuoco

Wednesday, November 30th, 2005 by

Ve lo dico: la prossima volta che vado al cinema lo spettacolo deve iniziare alle 22.30 e inizia invece alle 23, sparo nel proiettore. Se ci aggiungono poi un intervallo, mai esistito in quella sala, di 15 minuti buoni, li denuncio. Non si interrompe un film così a caso.
Nonostante ciò il film me lo sono goduto. Harry cresce e come accade anche ai babbani, finisce in quel guaio chiamato adolescenza, complicato dalla presenza di “chisaitu” che lo vuole morto, secondo copione di ogni cattivo imbecille che si rispetti.
Un episodio più cupo e complesso dei precendenti, in cui il nostro mago affronta prove personali molto dure e gli amici sono lo sfondo della sua crescita a complicare le cose con le prime cotte serie. Hermione e Ron sono solo adorabili e le incomprensioni che si generano tra ragazzi e ragazze perfette. Harry che cerca disperatemente di invitare al ballo una bella compagna è strepitoso, sembra umano anche lui. Il dramma è che certe cose non migliorano crescendo, lo sapranno a Hogwards?
Le ambientazioni sono molto gotiche, il freddo si sente direttamente, il dubbio è che questo dipenda dal fatto che il regista M.Newell è il primo britannico a dirigere la serie. O forse era l’aria condizionata accesa in sala? a fine novembre! Il film dura due ore e mezza ma non bastano per evitare tagli di alcune scene, prima fra tutte l’iniziale competizione, la Coppa Mondiale di Quidditch che nel libro occupa parecchie pagine affascinanti. La sensazione è che sia stata necessaria un’opera di semplificazione estrema per far stare tutto il romanzo in un film unico.
Musica ed effetti speciali non fanno rimpiangere gli episodi precendenti, ma il film non è più solo una commedia fantastica. Da vedere.

Hermione Granger: Ron, hai rovinato tutto!

Star Trek I

Saturday, November 26th, 2005 by

Capita che c’è la giornata no. Capita anche la settimana no. Quella dove tutto, ma proprio tutto, ti va storto dalla domenica al venerdì. Tanto che finisci per odiare l’umanità a tal punto che se ci fosse un altro diluvio universale faresti i complimenti a Dio per l’ottima pensata. Ognuno ha i suoi antidoti per casi del genere. C’è chi, per esempio, si dedica a shopping ossessivo-compulsivo di scarpe e lingerie. Per me Star Trek funziona sempre. Ha l’effetto di farmi pensare che in fondo c’è del buono perfino negli esseri umani. Che non è vero, ma uno ogni tanto ha bisogno di crederci per un pò.

Star Trek: Persis Khambatta Il primo dei film della serie è, credo, l’unico caso di film girato su precisa richiesta degli spettatori. La storia di Star Trek è piena di aneddoti del genere e i fans lo hanno sempre capito più e meglio dei produttori.

Come sempre Star Trek non delude quando si tratta di offrire spunti interessanti. Domande essenziali come, per esempio: può una donna completamente calva essere terribilmente sexy? Io non lo avrei mai detto, ma sì, soprattutto se è l’ex Orgoglio dell’India e ha due gambe chilometriche.

Profonde riflessioni a parte, questo è probabilmente uno dei film migliori di Star Trek, sia tecnicamente (mostra la sua età è ovvio) che come storia. E’ anche uno dei più profondi, quasi un viaggio esistenziale alla ricerca dell’essenza e della complessità della natura umana. Non temi nuovi per Star Trek, ma trattati in modo più originale rovesciando i ruoli tradizionali (donna emotiva, uomo razionale) grazie alle new-entry Ilia (vedi sopra) e Decker (che ad aver saputo che sarebbe finito a fare Settimo Cielo potevano aggiungere alla storia anche un dibattito sull’eutanasia) che si aggiungono ai tradizionali scontri McCoy&Spock, in grandissima forma. Tutti i viventi sono alla ricerca di qualcosa, sentono la loro incompletezza e cercano di colmarla. Ma come e cosa nessuno lo sa. Un’aspirazione universale, che accomuna tutte le forme viventi e la loro ricerca di una risposta a domande che non conoscono. Ma cosa succede se il creatore è a sua volta incompleto e imperfetto?
Dopotutto, tutti noi creiamo Dio a nostra immagine e somiglianza. No?

Why is any object we don’t understand always called “a thing”?

Hiroshima mon amour

Friday, November 18th, 2005 by

Detto in poche parole questo (celebratissimo) film è di una noia mortale. Mai fidarsi del cinema francese, diceva il saggio. E mica aveva torto. Hiroshima mon amour vuole essere una parabola dell’ossessione e del ricordo, della guerra e dell’amore. Avrebbe funzionato se fosse stato un cortometraggio, invece si trascina ossessivamente (appunto) e lentissimamente per un’ora e mezza, tanto che alla fine i due protagonisti sembrano più che altro due psicotici deliranti sotto l’effetto di dosi massicce di morfina. Che poi magari è quello che il regista voleva ottenere, chissà.
La scena iniziale, un montaggio di grande impatto in cui si alternano le immagini di devastazione di Hiroshima con i corpi dei due protagonisti che fanno l’amore, con la polvere che si trasforma in sudore, è praticamente l’unica cosa bella di tutto il film.

We will probably never see each other again… unless there is a war.

I fratelli Grimm e l’incantevole strega

Thursday, November 17th, 2005 by

Io vi do un consiglio: risparmiate questi euro, investiteli in un’altra pellicola, seriamente.
I Fratelli Grimm è un minestrone, ma di quelli che non son venuti bene, attaccaticci al fondo del pentolone, che sanno un po’ di bruciato.
L’idea è divertente: i due fratelli girano per la Germania dominata dai francesi disinfestando cittadine e paeselli dalla paura per i fantasmi messi in azione da loro stessi. Guadagnandosi il pane furbescamente.
Il minestrone diventa lungo e troppo variopinto dopo una mezz’oretta di pellicola. I nostri eroi scanzonati vengono investiti di un compito importante, svelare il mistero che regna dietro la scomparsa di alcune bambine in un villaggio sperduto, umidiccio e inospitale.
Da qui in poi i personaggi delle fiabe cascano dentro il film a valanga, in alcuni casi a sproposito, come se avessero fatto un elenco e li avessero buttati in campo a caso. Iniziano le scene più da “brivido”, si mescolano a scenette di semplice comicità.
E io mi sono chiesta che film stessi vedendo, comico? evocativo? una fiaba noir?
Non si capisce e non si capisce nemmeno perchè il tutto debba durare così a lungo.
La Bellucci, per gli estimatori, compare in poche scene, alla fine, chiudendo il film con poche emozioni ma restando di una bellezza imbarazzante.
Cattiveria: l’attrice italica recita in inglese, si vede dal labiale, ma in Italia è stata doppiata … non da se stessa. Qualcuno ha avuto pietà per le nostre orecchie. Grazie almeno di questo.

Cavaldi (a proposito della lingua tedesca):
Come potete parlare questa lingua? Ogni parola sembra un’esecuzione.

Elizabethtown

Thursday, November 10th, 2005 by

Confessione: Orlando Bloom fa parte della schiera degli intoccabili. Prendetemi tutto ma non il mio Orly, please.
Definitivamente sciroccate ce ne andiamo al cinema nella serata dedicata alle coppie, cercando di spacciarci per un terzetto lesbo. Inutile, abbiamo pagato il ridotto del mercoledì, ma non il superidotto coppiette.
Il film è una commedia divertente, a tratti poetica. Trovarsi come Drew Baylor, O. Bloom, nel guano lavorativo più profondo dopo aver toccato l’apice del successo planetario, scoprire che tuo padre è morto, convincersi di dover recuperare la salma dal paese natio dove una marea famigliar-paesana ti accoglierà con un filin di sospetto. Non sembra facile e non lo sarà.
Buona la prova di Orlando Bloom, il ragazzo ha delle belle espressioni da perso completo (è un complimento?), la fisicità lo aiuta nella conquista della sala, ma non dispero: qualcuno lo vorrà mettere alla prova con sceneggiature più impegnative, se lo merita.
Kirsten Dunst, Claire nel film, è esilarante e dolcissima, imperdibile la logorrea che la coglie al suo ingresso in scena. Sarà lei a convincere lo sventurato Drew che l’incredibile suicidio approntato e interrotto dagli eventi, può attendere.
Susan Sarandon si conferma eccezionale, la sua scena alla commemorazione del marito defunto per cinque minuti fa dimenticare il resto del cast: divertente, toccante e allegra. Forse è così che dovrebbero essere i funerali, c’è da pensarci seriamente.
Non so se c’è un messaggio profondo e recondito nel film, o se è una semplice commedia per alleggerire la serata. Esco convinta che forse la vita va presa con serenità maggiore, che le disavventure infine si superano, che un po’ di sana musica (pop, rock, country, classica…) può risolvere un momento difficile accompagnata dalla certezza di un amico vero.
Quasi dimentico: Orlando ha delle bellissime mani! Ognuno ha le sue manie; l’ho detto che infine è una commedia, vero?

Claire: To have never taken a solitary road trip across country? I mean everybody’s got to take a road trip, at least once in their lives. Just you and some music.