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August « 2005 « La Fabbrica dei Sogni
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Archive for August, 2005

Monster-in-Law

Friday, August 19th, 2005 by

Cosa succede quando una madre in piena crisi professionale riceve la fatale notizia che il suo unico figlio si è fidanzato? Monster-in-law è la storia di una guerra spietata senza esclusione di colpi, combattuta con guanti di velluto, lingua d’acciaio e il sorriso sulle labbra. Un feroce scontro tra due donne nel nome di un uomo completamente ignaro di tutto e beatamente convinto che madre e ragazza vadano perfettamente d’accordo. A dire il vero l’uomo in questione non sembra particolarmente sveglio neppure per lo standard medio maschile e non si capisce bene perchè debba valere tanto sbattimento, ma il pubblico femminile potrebbe dissentire da questa mia opinione. L’idea non è particolarmente originale, ma è sviluppata bene e in modo divertente. Dopo 15 anni dal suo ultimo film Jane Fonda ritorna più in forma che mai e, a 68 anni suonati, si prende il lusso di mettere in ombra J.Lo (che quando non si traveste da battona tamarra è proprio tanto carina).

How many men have you been sexually active with? That many eh?

Dr. No / From Russia with love / Goldfinger

Tuesday, August 16th, 2005 by

Ci sono momenti epici nella vita. Per esempio, cenare con aragosta e vino bianco e poi tornare in albergo e farsi una no-stop di 6 ore con i tre migliori film di James Bond. Certo sono cose che la mattina dopo si pagano, soprattutto se non riesci a trovare un caffè decente nel raggio di 50 chilometri. E’ un po’ come assistere in diretta alla nascita di un mito del cultura del XX secolo (e dato il soggetto, l’aragosta aiuta). Ci si rende anche un pò conto di come le storie di Bond siano, diciamo così, al limite della credibilità. Anzi spesso ben al di là del limite. La trama di Goldfinger, che pure è uno dei più belli, non sta in piedi sotto nessun punto di vista, neanche usando tutta la flessibilità mentale e lo sforzo necessario per mandare giù Dr. No (inspiegabilmente tradotto in italiano come Licenza d’uccidere). Dalla Russia con amore, il mio preferito, è forse quello più verosimile. Ma che importa? Non è questo che ci si aspetta da 007. James Bond è classe, tecnologia, gadget, belle donne, cattivi da fumetto, luoghi favolosi, azione e battute memorabili. E’ la rappresentazione di una vita d’avventura e glamour che è un sogno irrealizzabile . E questo naturalmente è il motivo del successo quarantennale di 007. La spia è l’ultimo eroe possibile in un mondo così anti-romantico come quello moderno.

A vederli uno in fila all’altro si mischiano (per modo di dire, li ho visti talmente tante volte da poterli recitare a memoria) in una girandola di scene che hanno fatto la storia e la leggenda del cinema e del costume. La primissima apparizione di Bond (una scena praticamente perfetta), i flirt con Miss Moneypenny, Honey Rider che esce dal mare della Giamaica nel suo bikini bianco (roba da infarto, anche a distanza di 43 anni), il duello con l’inquietante Rosa Klebb, l’improbabile laser d’oro di Goldfinger, Tatiana Romanova che scivola nel letto di Bond, la cena con il gelido dottor No, il fantastico Pussy Galore Flying Circus, il Dom Perignon del ’53, Oddjob e la sua bombetta, il viaggio sull’Orient Express, l’Aston Martin e la valigetta truccata di Q, la morte dorata di Jill Masterson. E poi i luoghi favolosi (e diventati classici) dell’avventura, la Giamaica, Istanbul, le Alpi svizzere, Venezia.

Alla fine, quando si spegne la tv viene voglia di scendere al bar dell’albergo canticchiando It’s the kiss of death from Mister Goldfinger e ordinare un vodka martini agitato, non mescolato. Peccato fossero le 4 del mattino passate.

I put a black widow spider underneath his mosquito net… a female, they’re the worst. It took him a whole week to die. Did I do wrong?

Ah, the old game: give a wolf a taste and then leave him hungry. My friend, she’s got you dangling.

My dear girl, there are some things that just aren’t done, such as drinking Dom Perignon ’53 above the temperature of 38 degrees Fahrenheit. That’s just as bad as listening to the Beatles without earmuffs!

Star Trek: Nemesis

Thursday, August 11th, 2005 by

Diciamo la verità. I film di Star Trek hanno spesso un senso e una ragione di esistere solo per i fan. Tanto per cominciare sono generalmente film a basso budget e (anche per questo) un pò raffazzonati, cosa che i fan sono disposti a perdonare in cambio di una megapuntata della serie. E poi perchè spesso risultano difficilmente conprensibili a chi non è dentro l’universo Trek. Cionostante negli ultimi tempi ci si sono messi un pò più d’impegno e i film relativi a The Next Generation si rivolgono anche a un’audience più ampia. Nemesis, quarto e ultimo della serie, fa un particolare sforzo in questo senso. Forse perchè è il film che chiude un ciclo e si voleva finire in bellezza.

Come sempre Star Trek non si fa pregare quando si tratta di affrontare le questioni di attualità più scottanti. Questa volta è prende di petto la clonazione, con tutti i problemi che si porta dietro (coscienza, individualità, libero arbitrio, conflitto tra genetica e ambiente) e riprendendo lungo la via la questione centrale interpretata dall’androide Data per tutta la serie The Next Generation: cosa rende umano un essere umano.
E’ molto curioso per un appassionato di fantascienza assistere oggi a dotti quanto insensati dibattiti sugli aspetti più controversi della scienza moderna. Se solo giornalisti, filosofi, teologi e altre simili categorie di inutili persone si degnassero di scendere dal loro pulpito, scoprirebbero che la maggior parte di questi temi sono esplorati, eviscerati e dibattuti nella fantascienza da ben prima che venissero notati dai media (e spesso prima che la scienza stessa ne fosse consapevole) con molta più profondità e intelligenza di quanto loro potrebbero mai fare, anche se capissero gli argomenti di cui stanno parlando.

Dal punto di vista di un trekker, Nemesis segna in positivo il ritorno dei Romulani, con molti dettagli inediti, e l’apparizione dei Remani. In negativo, una serie di bestialità, prima fra tutte l’improbabile SUV con cui Picard, Data e Worf scorrazzano su Kolarus III e il sempre incomprensibile ruolo del consigliere Troi. Patrick Stewart e Brent Spiner nelle parti di Picard e Data sono grandissimi come sempre e si confermano come una delle coppie più affiatate del cinema. Ottimo anche Tom Hardy nella parte di Shinzon, uno dei cattivi più riusciti di tutto Star Trek. Primo Contatto resta secondo me il migliore dei film di The Next Generation, ma Nemesis viene buon secondo.
Però, accidenti. Dire addio all’Enterprise è dura.

You are me. The same noble Picard blood runs through our veins. Had you lived my life, you’d be doing exactly as I am… Look in the mirror and see yourself. Consider that, Captain… I can think of no greater torment for you.

The Maltese Falcon

Saturday, August 6th, 2005 by

A pochi uomini capita di diventare degli archetipi culturali. Ad Humphrey Bogart (mio mito personale dalla prima volta che ho visto Casablanca anni e anni fa) è capitato. Il suo Sam Spade del Falcone Maltese è diventato il prototipo del duro, cinico e disincantato, che ne ha viste di tutte e non si lascia più fregare da nulla e nessuno. Ma che in fondo, proprio in fondo, così in fondo che si capisce subito, non è così bastardo come ama far credere. Bogart ne farà il suo marchio di fabbrica, finendo indisolubilmente legato a questo tipo di personaggio nell’immaginario collettivo. E’ anche il film (e il romanzo) che segna la nascita del poliziesco/noir e l’abbandono dei detective “puliti” ed eleganti stile Conan Doyle e Agatha Christie sostituiti da una collezione di “perdenti” mezzi alcolizzati e dalla violenza facile. Trama coinvolgente, ritmo serrato, colpi di scena a manetta, questo è un film che ha stabilito gli standard di tutto un genere e dopo più di 6o anni il suo fascino è ancora intatto.

We didn’t exactly believe your story, Miss O’Shaughnessy, we believed your 200 dollars. I mean, you paid us more than if you had been telling us the truth, and enough more to make it alright.