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Jack Nicholson « La Fabbrica dei Sogni
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Posts Tagged ‘Jack Nicholson’

APOLLO KUBRICK

Wednesday, January 27th, 2010 by

Leggendo un post di Paolo Attivissimo ho scoperto una curiosita’ cinefila divertente, si parla di Kubrick, The Shining e lunacomplottisti, se vi va.

Pare che i lunacomplottisti* siano convinti che a girare le indimenticabili immagini del primo allunaggio sia stato nientemeno che Stanley Kubrick, ovviamente sulla terra, non sulla luna.
Fin qui tutto sta nella fantasia di gente con scarso uso del neurone e persistente uso di paranoia liquida, pazienza.
Il fatto che io trovo divertente, ognuno ha i suoi problemi, e’ che esiste tutta una documentata (?) teoria per cui il film The Shining sarebbe una sorta di confessione di Kubrick. Secondo questi buontemponi la pellicola piu’ spaventosa che mi sia mai capitato di vedere, sarebbe disseminata di indizi-confessione, di cambi alla storia originale di Stephen King che permetterebbero al regista di confessare il misfatto, ovvero l’aver girato, anni prima, il finto allunaggio.
La teoria di Kubrick regista dello sbarco sulla luna e’ chiaramente precedente all’uscita di The Shining, per cui voi estimatori e conoscitori del genio che pensate? Che Kubrick non si sia divertito un mondo a infilare qua e la’ piccole cose che avrebbero potuto mandare in paranoia totale questa gente?

Oh, io me lo vedo benissimo, micranioso e preciso com’era, deve averlo fatto apposta per esempio a far indossare a Danny questo terribile maglioncino.
Un punto forte della teoria complottista e’ il cambio di numero della stanza maledetta. Nel libro la stanza e’ la numero 217, nel film invece e’ la 237. La spiegazione dei complottisti? la distanza media terra-luna sarebbe 237000 miglia. A parte il fatto che la distanza media terra-luna e’ 238857 miglia e non credo sia arrotondabile di 1857 miglia, c’e’ una spiegazione molto piu’ semplice. Parte delle riprese esterne sono state fatte al The Timberline Lodge, Oregon; ai tempi del film i manager dell’hotel comprensibilmente non volevano creare un caso, non volevano cioe’ che i futuri ospiti si rifiutassero di dormire nella camera 217, visto quel che vi succede nel film, quindi Kubrick ha optato per la stanza numero 237, che in quell’hotel non esiste.
Poi c’e’ un fatto che cerco di raccontare senza fare spoiler, scusate la vaghezza; ad un certo punto compare una frase ripetuta molte volte, in inglese era: “All work and no play makes Jack a dull boy”, ovviamente le prime tre lettere sono interpretate come A(pollo)11.
Poi ci sarebbe la teoria della parola gold che si ripete spesso nel film secondo la logica (?): gold, sun, apollo dio del sole.
La mia preferita pero’ resta l’interpretazione delle 6 casse di SevenUP presenti in una scena del film. State attenti al filo logico: Seven Up come sette su, ok? bene, pero’ nella scena ci sono 6 casse di SevenUp. Spiegazione: sette sarebbero state le missioni Apollo sulla luna ma solo 6 sarebbero atterrate realmente. No comment ma tanto ridere, prego.

Volete sapere un’altra curiosita’? Eyes Wide Shut come da desiderio del regista usci nelle sale nel trentennale della partenza dell’Apollo11. Anche se ormai non era piu’ tra di noi, sono certa che Kubrick s’e’ fatto una grassa risara!

E con questo chiudo il capitolo complottista, sotto trovate il link del luna-kubrick-complottista se volete leggervi tutto il suo “studio”, coraggio.

Restando sullo stesso film gia’ che ci sono, mi va di raccontarvi altri fatti curiosi a proposito di The Shining che nulla hanno a che fare col complotto ma son divertenti:

  • Kubrick, per far entrare il cast nella giusta prospettiva delle cose, fece loro vedere tre film: Rosemay Baby, L’esorcista e Eraserhead. Non so se rendo.
  • per la scena in cui Jack prende a colpi d’ascia una porta era stata prevista una porta leggera, che si rompesse facilmente. Peccato che Nicholson avesse fatto il volontario per i vigili del fuoco, quindi dopo il ciak in cui la porta ando’ in frantumi al primo colpo, dovettero sostituirla con una piu’ solida. Mai sottovalutare Jack!
  • la scena famosa di “Heere is Johnny!” richiese tre giorni di riprese e ben 60 porte.
  • il film stesso doveva essere girato in 17 settimane, ne servirono 51.
  • nella scena in cui Jack batte a macchina il suono che si sente non e’ casuale, Kubrick pretese il sonoro di una segretaria che batteva le esatte parole scritte, cioe’: “All work and no play makes Jack a dull boy”, secondo il principio che ogni lettera battuta avvrebbe un suono leggermente diverso. Perfezione Kubrick!

  • Fonti:
    Il post di Attivissimo.
    Il sito del kubrick-luna-complottista.
    I trivia di imdb, per drogati, ammettiamolo.
    Wiki a proposito della luna.


    *Lunacomplottisti: coloro che pensano che non siamo mai andati sulla luna o quanto meno che non sia stato l’Apollo11 ad allunare nel lontano 1969 e che le famose immagini siano state girare appositamente in qualche set cinematografico segreto della NASA. Lo so che si fatica a credere, ma c’e’ gente cosi in giro. (Torna su).

    The Departed / Babel

    Thursday, November 23rd, 2006 by

    Oggi offerta speciale per il Giorno del Ringraziamento: due film al prezzo di uno!

    The Departed
    Le mie fonti in Estremo Oriente mi dicono che questo è il remake di un film di Hong Kong di qualche anno fa. Fare un remake è sempre un’operazione complicata perchè si rischia l’effetto fotocopia, ma non si diventa uno dei più grandi registi mai esistiti se dopo 40 anni di mestiere non si è imparato a evitare certe trappole. Scorsese mette tutto l’accento sui personaggi piuttosto che sulla storia tirando fuori un thriller poliziesco violento ed esagerato, con un ritmo così veloce e stretto da lasciare senza fiato.
    Il motivo per cui Scorsese continua ad affidarsi a Leo Di Caprio sinceramente mi sfugge, anche se bisogna ammettere che è l’unico regista in grado di farlo recitare in modo appena passabile. Ma per dare al giusto ciò che è giusto, diciamo che alla fine dei conti tutto finisce per girare intorno al personaggio di Jack Nicholson. Il vecchio Jack, scatenatissimo come non era dai tempi di Batman, domina la scena, impazza, dilaga, spadroneggia, inarrestabile come una valanga butta vecchie e giovani glorie nell’angolino. Fondamentalmente si diverte un casino e si vede. Un gigante.

    In this archdiocese, God don’t run the bingo.

    Babel
    Spiegare un film come Babel è difficile. Lungo (forse pure troppo) e potente, ti colpisce alla pancia e ti lascia un pò così.
    Babel è metafora del mondo? Isolato, interconnesso, contradditorio e stranamente lineare. Soprattutto caotico: una farfalla batte le ali a Tokyo e un uragano investe il Marocco.
    Un ragazzina giapponese sordomuta, due giovani pastori sulle montagne dell’Atlante, una coppia di americani in vacanza in Marocco, una colf messicana in una gita proibita insieme ai due bambini a lei affidati. Quattro storie diverse, scollegate ma unite da un filo invisibile, tante lingue diverse, insormontabili barriere culturali, luoghi così differenti che sembrano appartenere a mondi e tempi differenti.
    E’ il mondo della comunicazione totale, in cui non si riesce a comunicare. In cui, a volte, ti è più facile stabilire un contatto con chi appartiene a un altro paese e a un’altra cultura e parla un’altra lingua, piuttosto che con chi vive nella tua stessa casa. Siamo tutti soli e isolati, alla ricerca disperata di una qualche contatto, incapaci di comunicare, ma in qualche modo strano qualcosa ci tiene tutti assieme, a Tijuana come a Tokyo come a Tazarine. Forse è la stupidità.