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Vanessa Hudgens « La Fabbrica dei Sogni
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Sucker Punch

Friday, March 25th, 2011 by


Ho deciso di commentare questo film subito dopo averlo visto, intanto che sono ancora abbastanza stordito da non essere in grado di scrivere troppo.
Questo film fa schifo. Non può essere solo colpa della stanchezza derivante da una settimana di lavoro. Questo film è una immensa esplosione di testicoli prolungata per quasi due ore. Pensavo che nessun regista potesse eguagliare quell’esagitato di Michael Bay, ed invece Snyder lo sorpassa, eccome. Lo supera a destra e gli fa pure il dito medio.

Io avevo già dei sospetti sulla scarsa capacità di questo regista di saper dosare gli ingredienti che fanno un film, capacità che forse gli avrebbe consentito di fare un BEL film, un film di successo, ma mai un capolavoro; lo sospettavo già ai tempi di 300, che era piaciuto anche a me, ma non l’ho mai considerato un capolavoro. Mi sembrava un po’ uno scimmiottamento di Sin City venuto comunque bene, ma comunque un prodotto troppo aderente agli schemi da film d’azione digitale, per essere del tutto innovativo.
La sensazione era stata rinnovata in occasione di Watchmen, che invece era piaciuto a tutti ma a me era sembrato un film fine a se stesso; nonostante non avessi mai visto il fumetto da cui era tratto e nonostante il fumetto fosse un ottimo soggetto da cui trarre un film, il risultato mi aveva lasciato addosso una freddezza un po’ particolare… come se la storia fosse diventata solo una scusa per fare un po’ lo sborone con qualcosa di particolarmente visionario, ma che era entrato in contrasto con qualcosa di freddo e razionale, ovvero la convinzione che bastasse applicare due regole imparate guardando altri film visionari e moltiplicarle per mille, per diventare visionario.

Essere visionari è una caratteristica che si ha, non ce la si può ritagliare addosso. Ecco, Snyder è esattamente questo. Uno che vuole ritagliarsi addosso l’etichetta di visionario, ma c’è da chiedersi quanto lo sia davvero. Non è sufficiente inserire in un film ogni cosa gli sia passata per la testa nel corso degli anni di lavorazione, comprimendo tutto fino allo stadio della deflagrazione, per essere davvero visionari.
Anche i visionari sanno dosare gli ingredienti, ed una torta con 10 chili di zucchero, non è buona solo perché contiene tanto zucchero. O un cocktail non è eccellente solo perché contiene 50 ingredienti alcolici.

Snyder non è certo uno sprovveduto. Ha saputo scegliersi sempre molto bene i soggetti da cui fare film. E il primo fulcro del problema è proprio qui: quello che nei citati film era comunque una garanzia per i contenuti e un eccellente binario entro cui contenere la propria furia creativa, qui viene a mancare. Stavolta la storia non è più tratta da un capolavoro dei fumetti come 300 o Watchmen. Stavolta la storia è tutta farina del sacco del regista, che si ritiene per questo esonerato dall’avere ALMENO un paio di binari su cui far correre il treno.

Il risultato è ipertrofico, eccessivo, esagerato, ossessionante, martellante, estremamente pop; ogni componente di questo film è esattamente così, la trama, la sceneggiatura, i riferimenti ad altri film, la fotografia, i colori, la musica, il montaggio, la recitazione, i costumi, le scenografie. E’ tutto ipertrofico, eccessivo, esagerato, ossessionante, martellante, estremamente pop.

La storia, o meglio quello che ho capito della storia, riguarda una certa Baby Doll (la protagonista si chiama proprio così). Accusata di aver ucciso la sorella, viene fatta chiudere in manicomio dal patrigno. In manicomio dovrà essere lobotomizzata perchè ritenuta pericolosa. Per difendersi da una realtà dura da accettare, Baby se ne inventa altre due, una conseguente all’altra.
In una delle due realtà è una prostituta in un bordello, che ricorda, per stile grafico, il film Moulin Rouge di Baz Lurman (altro film che non ho mai digerito). Nell’altra realtà è una eroina che combatte per la giustizia in un mondo fantastico a suon di katane, arti marziali, bombe iper-esplosive e tutti gli ammenicoli tipici del genere (tra cui gli immancabili slow motion sfrangiaminchia… Matrix sarà anche stato un gran bel film, ma ha ucciso la capacità di immaginare qualcosa di diverso da un rallenty).

Questo è quello che ho capito della trama, che al momento non saprei neanche razionalizzare, per evidenziare i contenuti più importanti. Il tema della fuga dalla realtà è trattato (e coperto) dalla parte del film che più assomiglia ad un videogame. Il tema del doppio, viene moltiplicato per dieci, fino a farla diventare una cosa senza senso.
Un altro spunto interessante poteva essere quello di aver scelto un cast femminile molto gnocchesco, con l’intento di sondare la psicologia femminile per mezzo di una storia di lotta alla sopravvivenza. Peccato che la psicologia finisca morta stecchita dopo la prima sparatoria. E così, mentre Snyder sorpassa Michal Bay facendogli il dito medio, Tarantino gli fa comunque un pippa intergalattica anche solo con un sopracciglio appena sollevato.

Ecco dove sta il secondo grosso problema di questo film: che tutto viene svuotato in questo modo, semplicemente riempiendolo troppo.

Il terzo grosso problema è il montaggio iper-cinetico-finto-visionario. Molti adolescenti, cresciuti ed abituati a vivere bombardati da tonnellate di stimoli istantanei che durano al massimo due minuti (e che per questo non riescono più a seguire un film di due ore e nemmeno sentire una canzone dal loro I-pod fino alla fine) lo troveranno parecchio gradevole. Di fatto ogni inquadratura non dura mai più di 15 secondi senza che venga staccata o non venga contaminata da un montaggio digitale con un’altra inquadratura, dando origine ad un “effetto Matrix” continuato (rallentamento, accelerazione, zoom, movimento stravagante dell’inquadratura, rallentamento, accelerazione, zoom, movimento stravagante…).

Il risultato è così compresso, da provocare l’effetto “bomba che esplode nella testa” dopo pochi minuti. Il film non parla solo di lobotomia… pratica la lobotomia. Con risultati apprezzabili dopo appena otto minuti. Con effetti che perdurano ancora dopo tre ore dalla visione del film. Chi è meno allenato ad opporre resistenza, probabilmente potrà bullarsi con gli amici di aver spento il cervello in trenta secondi netti e riuscirà a riattivarlo solo dopo molti giorni.

Con un paio di film così ogni mese, potremo finalmente diventare il popolo mansueto e scodinzolante, privo di capacità intellettive, che ogni governo vorrebbe avere. Una trovata degna del 1984” di Orwell (il padre di tutti i visionari di sempre).
Se Philip Dick, (altro visionario vertiginoso), fosse ancora in vita, ci avrebbe scritto su un romanzo… avrebbe inventato una storia di alieni provenienti da Alpha Centauri, che usano film del genere per invadere il nostro pianeta. E Carpenter o Terry Gilliam ci avrebbero subito fatto un film.

Vado a dormire. Il sonno della ragione.